La trama è piuttosto intrecciata, ricca di equivoci, di colpi di scena e di grandi battute.Ci caliamo nella realtà della Napoli povera, dove la gente vive di lavori giornalieri, e di piccoli espedienti, ma sempre con allegria e con un innato ottimismo. Il personaggio principale è Don Felice Sciosciammocca, un uomo povero e semplice, che campa alla giornata, con la speranza che arrivi, prima o poi, l'occasione giusta che possa cambiargli la vita.
Nella casa di Don Felice si rifugia Amelia, una giovane ragazza figlia della signora dove sua moglie prestava servizio, che è fuggita di casa per coronare la sua storia d'amore con un giovane mal visto dall'aristocratica famiglia di lei. Don Felice e la moglie la ospitano con grande affetto, nonostante le loro povere condizioni e i "contrattempi" che da questa ospitalità deriveranno.
Un bel giorno a Don Felice viene recapitato un pacco da parte di un caro cugino, che contiene… tre paia di vecchi calzoni. Apparentemente sono oggetti di valore comune, che però celeranno grandi sorprese. Quali? Beh, vi invitiamo a scoprirle in Teatro, gustandovi dal vivo questo spettacolo.
In questa rappresentazione possiamo ritrovare i tratti caratteristici delle opere teatrali di Eduardo Scarpetta. In particolare nei personaggi, che rispecchiano fedelmente la misera condizione sociale del popolo napoletano dell'epoca, e che affrontano i guai della vita col sorriso e con la battuta di spirito, credendo fortemente che prima o poi la buona sorte busserà alla loro porta. Soprattutto, le difficoltà non inaspriscono queste persone, che sanno invece stringersi tra loro con genuina solidarietà.
Anche in questa commedia alla fine ci sarà un riscatto per tutti: l'invito per il pubblico è quello di ridere, perché soltanto col sorriso e con la battuta la vita assumerà un altro colore.
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