Se penso alla mia futura vecchiaia mi appare un’oasi congelata,
una clessidra capovolta, piena di granelli scintillanti, dove ogni granello eÌ una cosa non fatta, una cosa ancora da fare!
Nessuna responsabilitaÌ, nessun obbligo di socievolezza posticcia, finalmente liberi, violenti, spensierati come adolescenti raggrinziti e teneri.
Qualcosa mi dice che non andraÌ cosiÌ.
Qualcun’ altro invece mi parla di un’etaÌ pacifica, radicata nell’essenza delle cose, brillante di serena accettazione, vicina alla nostra essenza profonda.
Ma non credo nemmeno che sarà cosiÌ.
Forse saraÌ soltanto spietata, di una commovente brutalitaÌ, cinica e concisa per necessitaÌ, per fatica e per fretta, ridotta all’osso, in definitiva, breve.
E questo spettacolo racconta di una vecchiaia segregata tra le mura di un ospizio, disturbata dalle chiacchiere di altri vecchi, dalle regole, dai dolori, dalla noia, sempre in attesa che la mamma venga a prenderci e portarci via con seÌ.
Il mio vecchio senza nome mangia caramelle Rossana, che a me non piacciono affatto, e aspetta qualcosa che nemmeno io conosco.
Francesca Blancato
21.00
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€. 10.00 + tessera ARCI